La capacità di vivere in modo autentico e creativo, di stabilire relazioni interpersonali e sociali significative e soddisfacenti e di raggiungere una reale indipendenza – sinonimo di maturità adulta – in ultima analisi di essere se stessi, non é un fatto scontato, bensì il risultato di un processo maturativo, le cui radici risalgono alla primissima infanzia, quando vengono poste le basi per la formazione del Sé, nucleo fondamentale della personalità.
Il Sé origina, secondo Winnicott, solamente da una condizione in primum di frammentazione della struttura psichica del bambino e da uno stato di reciproca corresponsione di questo con la madre; l’Altro é un altro in cui trovare una risposta positiva e non frustrante, che rassicura e che da al soggetto un senso di unità e di individualità; se tale esperienza non incontrerà ostacoli, allora condurrà naturalmente all’istituzione nell’individuo di un Sé che ha un’esistenza continua, che acquisisce un’esistenza psicosomatica e che sviluppa la capacità di mettersi in rapporto con gli oggetti. Winnicott ritiene che il bambino ancora lattante sia capace di interagire con la madre fin dai primi giorni di vita e pone l’attenzione sulla possibilità di esperire una continuità dell’essere, sul ruolo materno come presenza capace di sostenere e di gratificare. Da queste interazioni precoci può svilupparsi il vero Sé grazie alla funzione di supporto offerta dalla madre garante di un’interazione favorevole e in grado di predisporre il supporto necessario al corretto sviluppo del bambino. Il falso Sé prende corpo da una distorsione interazionale in cui la madre richiede indirettamente al figlio di essere accondiscendente e compiacente come condizione imprescindibile di accettazione. Il falso Sé, che rappresenta anche la strutturazione dell’educazione sociale, si sviluppa come conseguenza dell’inadeguata funzione materna, a discapito del vero Sé che per Winnicott coincide con l’esperienza del vivere e della continuità dell’esistenza. Praticamente il falso Sé sorge come costruzione avente lo scopo di colmare il vuoto aperto dal difetto della risposta dell’altro, le cui aspettative possono portarlo fino allo smarrimento. Il vero Sé, invece, cresce se la madre riuscirà a soddisfare i bisogni del neonato, cioé la parte più profonda del suo stesso essere. Il vero Sé non é una struttura, ma é un vissuto interiore che vive in relazione all’esistenza del falso Sé.
Il concetto di Sé in Winnicott é riconducibile al modo in cui ognuno percepisce il proprio corpo e l’immagine che di tale corpo si costruisce. Il Sé non é oggettivabile, é un’autoesperienza empirica che assume connotazioni individuali. Sé é considerato da Winnicott come un’entità primordiale psichico-corporea e relazionale, funzione unificatrice dei vari particolari dell’esistenza umana la quale permette l’individuazione personale.
La floriterapia é un valido aiuto non intrusivo per accompagnare lo sviluppo del Sé e mantenere in equilibrio le due polarità. In particolare, possono essere di sostegno sia per la madre sia per il neonato alcuni fiori della linea degli Australian Bush Flowers. Per aiutare i bambini a condividere é d’aiuto Bluebell, un fiore a campanella azzurro-violaceo sostenuto da uno stelo sottile. Bluebell rende capaci di donare e di ricevere amore in abbondanza, sintonizza il rapporto madre-figlio sulle note rosa dell’amore incondizionato e rende fluida la “rigidità”. Per favorire il bonding con la madre le vibrazioni di Bottlebrush, un fiore a forma di “scovolino”, consentono sia alla madre sia al bambino, di fluire attraverso la vita e i relativi cambiamenti. Inoltre, amplifica la capacità di adattamento verso il nuovo, verso la capacità di cambiare portando calma e serenità. L’energia dei fiori é utile anche per la frustrazione dei “primi passi”, quando il bambino non é ancora in grado di controllare come vorrebbe il proprio corpo; Wild Potato Bush, il fiore azzurro-porpora con un aspetto davvero ultraterreno é l’ideale in queste situazioni: libera da tutte le limitazioni relative alla capacità di progredire. Non di meno importanza nello sviluppo e causa di possibili blocchi é il rapporto tra fratelli. Mountain Devil é il rimedio ideale per l’odio, la rabbia e gli altri sentimenti che bloccano l’espressione dell’amore, anche nel caso della rivalità tra fratelli; trasforma la gelosia in amore universale, dando spazio al perdono in tutte le situazioni.
Il vero Sé per maturare con forza e stabilità deve essere sostenuto da una buona accettazione di sé e dal crescere della consapevolezza della propria “bellezza” come unica e indistinta. Non può, quindi, mancare il fiore dell’autostima: Five Corners. É il rimedio dell’essenza dell’individuo, della bellezza interiore e esteriore, l’energia che fluisce per far rifiorire la nostra essenza profonda. Ideale sia per la madre sia per il bambino perché direziona il flusso energetico verso la consapevolezza della bellezza a tutti i livelli e, quando ci si sente bene con se stessi nulla può minare il terreno del flusso della vita. Il rimedio che tutti dovremmo prendere ogni tanto, soprattutto insieme a Red Lily, il giglio rosso, per comprendere che siamo figli di un Dio d’amore.